NAVIGANDO DA BODRUM VERSO ANTALYA

DA BODRUM AD ANTALYA

Si parte da Bodrum situato sulla costa dell’Egeo e conosciuta anche come l’antica Halicarnasso, per sbarcare ad Antalya sulla costa del Mediterraneo veleggiando lungo i 1000 Km di costa compresi tra due delle più note mete turistiche della Turchia.

Un viaggio di 230 miglia nautiche. Bodrum è nota anche per i suoi cantieri dove vennero costruiti i primi caicchi chiamati in turco “gulet”.

Si lascia Bodrum navigando verso SE. Dopo 9 miglia si incontra l’isola di Orak e la località di Çökertme. Si prosegue poi per il piccolo villaggio di Ören con le rovine dell’antica Ceramus. Akbük è uno dei migliori ancoraggi. Siamo nel Golfo di Goköva. Il primo tratto di costa è caratterizzato da possenti rilievi che si levano a picco sul mare. Il villaggio di Gökova, all’estremità del golfo è contornato da alte montagne. Şehir Adaları ( Isole dei Serpenti e del Castello) Si tratta di isole incantevoli e misteriose.

La spiaggia di Cleopatra (Sedir Adasi) è meta obbligata. Se non si è in barca la piccola isola sulla quale si trova la spiaggia può essere raggiunta solo via mare dal villaggio di Camliköy. La leggenda dice che Cleopatra visse sull’isola in compagnia dell’amato Antonio, il quale pare abbia avuto la straordinaria idea di ricoprire la spiaggia con della sabbia finissima appositamente trasportata dal Nord Africa.

L’isola del Castello merita una visita per la bellezza del sito immerso in una suggestiva cornice di ulivi dove sorgeva l’antica Cedreai, città caria conglobata nelle province romane d’Asia nel 129 a.C. Costeggiando Sehir Adalari si arriva alla baia di Sögüt un piccolo villaggio immerso in una baia circondata da pini. Vale la pena fermarsi sino a sera per godere di un tramonto spettacolare. Appena ad Ovest di Sögüt la bella insenatura di Kers simile ad un fiordo incorniciato da una fitta pineta.

Incontriamo poi Değirmenbükü conosciuta anche come “ Porto Inglese” in memoria della flotta inglese che inseguita dai tedeschi si rifugiò qui durante la II guerra mondiale. La baia, ampia e frastagliata offre diversi punti d’ancoraggio sicuri.

Si prosegue per Tuzla Köyü (Baia Balisu) una lunga insenatura le cui acque limpidissime invitano a piacevoli nuotate e per i Yedi Adalari (Sette Isole) un piccolo arcipelago costituito da sette isole ed isolotti.

Si prosegue per la baia di Gökçeler , un tratto ricco di scogli e di secche. Si arriva così ll’estremità occidentale della penisola Deveboynu Burnu (Capo Krio) punto particolarmente critico per i venti che generano spesso mare molto agitato. E’ qui che è particolarmente forte il “meltem” (vento di N.E) Nonostante il tempo sia bello e il cielo senza nuvole, il mare è abbastanza grosso. Al di fuori dei periodi “meltem”, che dura una ventina di giorni in estate, la brezza marina (imbat) è costante durante tutta la navigazione lungo la costa egea. Svoltato Capo Krio si scorge l’antica Knidos che diede i natali a Sostrato, autore del celebre faro di Alessandria. Capo Krio rappresenta anche la fine del Mare Egeo entrando sulla costa del Mediterraneo.

I primi ancoraggi che si incontrano sono quelli di Palamut Bükü, Baba Adasi e Kargi Bay tutti luoghi che invitano a fermarsi.
Siamo nel golfo di Hisarönü che porta a Datça un villaggio utile per rifornirsi di scorte. Datça è vicino al sito dell’antica Knidos, capitale della penisola prima che venisse soppiantata dalla nuova Knidos, costruita in posizione molto più strategica, all’estremità del promontorio. A poche miglia di distanza sorge l’isola greca di Simi. La baia di Keçi Bükü circondata da alte montagne con foreste di pini merita una lunga sosta. Il tratto meridionale del golfo presenta cinque isolette che però non garantiscono ancoraggi veramente sicuri. Il primo porto che si incontra è Bozburun nel golfo di Yesilova, un piccolo villaggio di pescatori.

Ancoraggio incantevole è Kiseli Adası per le rovine bizantine sull’isolotto e le acque eccezionalmente cristalline. Lungo questo tratto di costa un tempo sorgevano grandi città che si spensero col declino dell’impero bizantino.

Risalendo la costa verso Marmaris ricompare la macchia mediterranea con pini che arrivano a lambire il mare. Si arriva a Bozukkale (antica Loryma). La cittadella, ben conservata e le rovine dell’antica Loryma , rendono il luogo molto suggestivo ed ideale per trascorrervi la notte così come Serçe Bay qualche miglio più ad est.

Ci si avvicina lentamente a Marmaris immergendosi in acque colore turchese nelle baie di Gebe Kilise, Kadırga e Turunç. Marmaris è racchiusa in uno splendido panorama di pini. Usciti dal porto e dal canale dell’isola di Nimatra ci si dirige verso la Baia di Karagac 10 miglia a SE.

Non lontano da Marmaris un ancoraggio immancabile è quello di Ekincik che rappresenta lo scalo ideale per lasciare la barca e visitare l’antica necropoli di Caunos a circa 5 miglia nell’entroterra. L’escursione permetterà di risalire lungo il fiume Koycegiz e visitare le tombe licie meglio conservate della Turchia a distanza di 5.000 anni. L’escursione viene effettuata con piccole

    

imbarcazioni di pescatori del luogo. Si tratta di una zona paludosa Parco naturale vi proliferano aironi, falchi e le tartarughe Caretta caretta che nelle notti d’estate vengono per depositare le uova sullla spiaggia di Istuzu, una lingua di sabbia di 6 km.

A poche miglia a SE Dalyan. Si prosegue versol’isolotto di Baba prima di entrare nel golfo di Fethiye, sul cui versante occidentale si apre la Baia di Skopea e i suoi 12 isolotti col villaggio di Göcek.
 


Occorrerebbe oltre una settimana per visitare bene il golfo di Fethiye. Gli ancoraggi più emozionanti sono quelli della penisola di Kapı Dağ nella parte meridionale della baia: circondati da una foresta si getta l’ancora nella Baia della Rovine, Baia del Muro, Baia Profonda (Sıralıbük Limanı) e Baia delle Tombe.
 

Si prosegue poi per Fethiye (antica Telmessus) che si affaccia sulla grande baia omonima.
Ancora oggi è il centro agricolo più importante della costa Licia e la parte alta della città regala l’atmosfera originale di un centro contadino.


Non lontano da Fethiye , doppiato Ilbis Burnu i due ancoraggi di Gemiler Adası con le sue
rovine bizantine e Oludeniz, considerata la spiaggia più famosa della costa turca. Stupenda insenatura intagliata nella costa e chiusa al mare da un stretto passaggio poco profondo è oggi area protetta e quindi vietata al diporto. Per visitare l’insenatura le barche ancorano proprio fuori l’ingresso. Numerose strutture turistiche con hotel, ristoranti e campeggi sono situati a SE della spiaggia.


Nove miglia a S di Oludeniz superato i Sette Capi (Yedi Burunlar) si estende per 7 miglia in direzione SSE una lunga spiaggia sabbiosa con la città di Patara. Poco lontano Kalkan, un paesino devastato dal terremoto dal 1958 particolarmente gradevole con case adorne di bougainville e gelsomino.


Un po’ di anni fa un facoltoso imprenditore di Istanbul acquistò la zona vecchia trasformando le abitazioni del posto in locali e raffinati bar.

 

Da Kalkan si possono effettuare via terra brevi gite ai Patara, Xanthos, antica capitale della Licia, Pınara e Letonia in una delle zone archeologicamente più interessanti della Turchia con diversi siti che meritano di essere visitati. Dopo Kalkan si alternano piccole splendide baie come quella di Kaputas con la Grotta Blu di Mavi Mağara.


Si entra poi Kaş a poche miglia di distanza dall’isola greca di Kastellorizo (Meyis in turco) celebre per il film “Mediterraneo” . Il paesino di Kas è tra i più belli della costa. A breve distanza verso ovest sorge un grande teatro di epoca ellenistica che gode di uno splendido panorama sulla baia.


Si prosegue poi con la splendida caletta di Terane (Xera) con una minuscola spiaggia dalle acque cristalline. Entrando nella rada di Kekova si avvista per prima cosa il magnifico castello bizantino di Kale Köy. L’ancoraggio è costellato da numerosi scogli affioranti e sommersi.


Si tratta dei i resti di un antica città sommersa con un antico teatro, tombe e antiche chiese dell’epoca bizantina che si possono ammirare grazie alla limpidezza delle acque. Il villaggio conserva la semplicità di un tempo malgrado il turismo nautico ha in parte trasformato questa località. Ad accogliervi donne e ragazzine del paese che vi inviteranno nel comprare foulard e braccialetti fatti a mano. L’arcipelago di Kekova merita una sosta di diversi giorni per poter ammirare tutte le sue bellezze. Subito ad O di Kale Koy si apre, costellato da numerosi scogli, il canale che conduce alla baia di Üçağız che in turco significa “tre imboccature” per i suoi tre canali d’accesso. Diversi i punti di ancoraggio. Nella baia vi sono diversi ristorantini, molti dispongono direttamente di un molo d’attracco. Appena ad E del villaggio vi è una vasta necropoli con tombe rupestri e numerosi sarcofagi semisommersi appartenenti all’antica Temiussa, piccola città di provincia.


A un miglio E da Kale Koy si incontrano la Baia del Castello sui cui fondali sorgono numerose rovine e Karaloz (Porto S.Stefano) un piccolo fiordo immerso in una cornice selvaggia con ottimi fondali per la pesca subacquea. L’estremità E della rada di Kekova è fronteggiata da un piccolo arcipelago formato da due isole maggiori - Asil Adası e Kınalı Adası e da numerosi isolotti minori separati da passaggi stretti.


Non lontano sulla terraferma una fortezza a breve distanza da Gökkaya. I canali della zona che somigliano a minuscoli fiordi sono particolarmente piacevoli da esplorare. Si prosegue poi per Myra antica città dove sostò l’apostolo S.Paolo agli albori del Cristianesimo prima di essere portato a Roma e condannato a morte. Accanto sorge il villaggio di Demre con la chiesa di S.Nicola, meglio conosciuto come Santa Claus. Attorno alla sua figura furono narrate molte leggende. San Nicola fu martire nel 655 e la sua tomba divenne presto importante meta di pellegrinaggi fino al 1072 quando le sue spoglie vennero trafugate dai mercanti di Bari. Si prosegue poi verso Finike dove si possono visitare i pochi resti dell’antica Phoenicus.


Doppiato il capo di Gelidonya si incontrano Cavus Limani e Ceneviz Limani (Porto Genovese). Quest’ultimo è una magnifica baia completamente deserta sovrastata da un’impressionante scogliera a dirupo sul mare.


A circa 2 miglia si incontra Çıralı Limanı con l’antica Olimpo.Città fiorente, ammirata da Cicerone per le sue ricchezze ed opere d’arte con l’avvento di Bisanzio iniziò a sfiorire e divenne un covo di pirati. Sulla collina interna vi è il luogo della mitica Chimera, descritta da Omero come mostro vomitante fuoco con muso di leone, corpo di capra e coda di drago, ucciso da Bellefonte.


Si prosegue poi verso Phaselis terra di Panfilia,ai piedi dei monti Tahtali. Come tutte le altre città della Lycia, anche Phaselis conobbe un periodo di grande splendore diventando una prospera città marittima. Le rovine della città meritano di essere visitate. La costa da qui sino ad Antalya passando per
Kemer si presenta piatta senza ancoraggi di rilievo.

 

Antalya merita di essere visitata. Si tratta della città principale sulla costa mediterranea e la sua posizione strategica divenne un’importante base militare per i turchi selgiuchidi e i crociati. Il fascino della città è costituito dalla vecchia cittadella con le sue stradine e splendidi esempi di costruzioni di stile ottomano.